La storia della stampa incomincia dal molto lontano.
Ci troviamo in Oriente, nella Cina del VI secolo d.C.
L’impero cinese, in quei tempi, è stato la patria delle invenzioni più innovative del millennio.
Tra queste è compresa l’ideazione di un sistema in grado di stampare attraverso matrici di legno intagliate, inchiostrate e impresse su un foglio di carta.
La portata della scoperta è stata talmente grande che, nella storiografia moderna cinese, la stampa è considerata una delle quattro grandi invenzioni dell’Antica Cina.
Aurel Stein, archeologo britannico, trovò nel 1907 una copia del Sūtra del Diamante nella traduzione cinese che risulta essere ad oggi il più antico testo a stampa esistente.
Attualmente la copia, unica nel suo genere, è detenuta dalla British Library a Londra.
L’introduzione dei caratteri mobili è, una volta ancora, un invenzione arrivata dalla Cina.
Nel 1041 il tipografo Bi Sheng inventa dei caratteri mobili di argilla che però presentano il difetto di rompersi facilmente.
Quattro secoli dopo, nel XV secolo, Johannes Gutenberg introdusse i caratteri mobili in Europa.
L’oggetto-fulcro della sua tecnica è il punzone, un parallelepipedo d’acciaio sulla cui testa è inciso un numero, una lettera o un segno di punteggiatura.
Il punzone crea la matrice dentro cui vengono fusi i caratteri, che vengono successivamente disposti su un vassoio, inchiostrati e impressi sulla carta.
Quali sono le tre grandi innovazioni introdotte da Gutenberg?
Dopo circa un anno di sperimentazioni, il 23 febbraio 1455 viene data alle stampe la “Bibbia di Gutenberg”, con una tiratura di 180 copie.
Per molti tempo, non ci furono grandi trasformazioni nel processo di stampa, ma il percorso della stampa non si conclude così.
Con un salto nel tempo, si arriva diretti al 1843.
Negli Stati Uniti Richard March Hoe inventò la prima rotativa della storia, perfezionata nel 1846 e brevettata nel 1847.
Inizialmente, questo sistema di stampa era alimentato da fogli singoli poi, nel 1863, William Bullock introdusse l’alimentazione a bobina.
Grazie alla meccanizzazione del processo e all’introduzione delle bobine, la macchina rotativa arriva a stampare fino a ottomila copie all’ora.
Questo ha permesso di definirla come prima macchina tipografica per grandi tirature.
Nel 1875 Robert Barclay inventò la tecnica di stampa offset e, nel 1904, Ira Washington Rubel la adattò alla carta.
Si tratta di un metodo di stampa indiretto basato su un fenomeno chimico/fisico molto semplice, ossia la repulsione tra acqua e inchiostro.
Il processo di stampa, però, è tutt’altro che semplice.
La stampa non è basata sul diretto contatto con la lastra, ma avviene tramite un supporto di caucciù che utilizza l’immagine inchiostrata sulla matrice metallica.
In questo modo, l’inchiostro aderisce soltanto ai grafismi che vengono trasferiti prima a un cilindro di caucciù e poi vengono stampati su carta.
Quali vantaggi ha portato?
Gli svantaggi?
Le macchine offset sono ingombranti e richiedono molta manutenzione.
Ragion per cui questo sistema di stampa è conveniente solo per le grandi produzioni.
Ci avviciniamo sempre di più ai giorni nostri.
Spostandoci di quasi un secolo dall’ultimo avvenimento ( l’invenzione della stampa offset), nel 1971, la Xerox Corporation sviluppa la tecnologia laser.
In una stampante laser il contenuto da stampare è generato da processi elettronici e viene impresso direttamente sul foglio di carta.
Con questo sistema è stato possibile stampare circa ventimila righe al minuto.
Tempi record!
Ma soprattutto, da questo momento in poi, chiunque riuscirà a stampare in autonomia ciò che gli serve.
I primi modelli di stampante laser non furono quelli a cui siamo abituati oggi: erano ingombranti, complessi e molto costosi.
Si è dovuto aspettare al 1982 per vedere la prima stampante laser da tavolo prodotta dall’azienda giapponese Canon e solamente all’inizio degli anni ’90 arrivo la grande diffusione al pubblico.
Da quel momento in poi, le stampanti diventarono sempre più economiche, più compatte e più efficienti.
Siamo giunti ai giorni nostri.
Questo viaggio nel tempo si conclude in compagnia della stampante 3D.
Questa tecnica di stampa nasce nel 1983, quando Chuck Hull utilizza per la prima volta i raggi UV per indurire le vernici.
L’ingegnere battezza la sua invenzione con il nome di “stereolitografia”, un metodo che consente di creare oggetti solidi attraverso la sovrapposizione degli strati di un polimero liquido fotosensibile colpito da una luce ultravioletta.
Ci sono voluti diversi anni per far sì che la stampa 3D diventasse un fenomeno di massa.
Per quale motivo?
Il costo di questa tecnologia, inizialmente, era elevatissimo.
Oggi la stampa 3D è usata in tanti ambiti, dall’architettura, all’archeologia, passando per l’arte e per il settore sanitario, e siamo certi che se ne aggiungeranno sempre di nuovi.
Non resta che porci un ultima domanda.
Quale sarà la prossima tappa che segnerà la storia della stampa?
Noi, come voi, siamo interessati a scoprire come continuerà questo viaggio!